l’adolescente con cui condivido la stanza legge legge legge
ma cosa leggi?
Legge la Saga di Twilight
stica
Se non siete adolescenti forse non avete mai sentito parlare della Saga di Twilight.
io almeno ignoravo chi fosse questa Stephenie Meyer che stava diventando miliardaria scrivendo i libri-manifesto della generazione emo.
Ma ooooooooooooooooooooo se lo verrete a sapere cos’è, potete starne certi.
Hanno già presentato il film, ormai siamo fottuti.
Secondo me quelli che ne hanno fatto recensione (D di Repubblica, LaStampa, Liberazione, Grazia – tutti femminili, ok, ma in America l’hanno promosso anche Usa Today ed è citato tra i New York Time Bestseller) quelli che ne hanno fatto recensione, dicevo, non l’hanno letto.
Io sì.
Io sono in malattia.
E domenica sera non avevo proprio niente di meglio da fare. Cioè
Volevo guardare Report, ma ho aperto quel libro.
E sono stata risucchiata. L’ho dovuto finire.
Ok. Tra Lost e Twilight, ormai è chiaro che sono una persona con una piccola difficoltà a gestire le dipendenze. Ringrazio di non avere mai incontrato l’eroina sulla mia strada, altrimenti adesso sarei sicuramente in qualche posto tipo, boh, San Patrignano, per dire. Sicuro.
Ma il punto qui è che io ieri sera ho letto Twilight e l’ho finito:
Prendete la storia più banale del mondo
Metteteci i protagonisti più banali e standardizzati del mondo
Nessuna sfumatura. Nessuna.
Lei, la ragazza sfigatella ma carina e intelligente in cui tutte le ragazze si possono immedesimare: un po’ impedita, lamentosa, anti-eroina per eccellenza, molto distratta, che inciampa e cade sempre e non è brava in educazione fisica.
Cambia città. Va a vivere col padre nella città più piovosa d’America.
Ha 17 anni e non ha mai avuto un ragazzo. E incontra quello sbagliato.
Lui, il bello della scuola ma un po’ disadattato.
Bello e poco popolare, sta sempre con i suoi numerosi e misteriosi fratelli, tutti adottati da questa strana famiglia. Sono tutti belli e strani e stanno per i fatti loro e non parlano con nessuno a scuola.
Standard.
Si innamora di lei. E non potrebbe.
La prima parte è ben costruita.
E la Meyer sa come coinvolgere.
E’ un libro che si legge da solo. Non richiede il minimo sforzo di concentrazione.
Sapientemente architettato per essere avvincente.
Ma non è di certo un’eccellente prova di letteratura.
Il lessico era più articolato in Harry Potter, per dire.
O forse è la traduzione a non essere un gran che.. non so.
Fatto sta che ricorrono i caratteri principali dei personaggi come fossimo in un poema omerico, e così Achille piè veloce è diventato Edward e il suo sorriso sghembo
(ho già detto che forse la traduzione non è il massimo…sghembo… ci sono migliaia di parole e hanno scelto proprio …sghembo… vabbè)
epiteti a rimarcare caratteristiche, a fissare personaggi,
quasi una cantilena che ne fissa i tratti, per semplificarne il ricordo.
E anche le scelte narrative sono molto poco elaborate:
la conoscenza, l’amore, l’arrivo del cattivo, fuga, ritrovo, happy end.
fine.
E allora cos’è che mi ha tenuto in piedi fino alle 4 ieri notte?
Non lo so.
Mi è piaciuto?
Non lo so.
Leggerò gli altri 3 libri della saga?
Non lo so, non voglio perdere altro tempo.
Ma ho davvero perso tempo?
Sì, sicuramente. Puzzo di adolescente.
Perchè questo libro piace?
perchè racconta la storia di un amore perfetto e impossibile.
perchè è un po’ dark (una storia romantic-soft-dark) (come se esistesse un miele dark, per dire) e parla di vampiri. che è una cosa che ci mette un po’ di brio.
Perchè tutte le ragazze del mondo vorrebbero sentirsi dire le cose che il gentile Lui dice alla sua Lei un po’ sfigatella mentre le salva eroicamente la vita.
I topoi della letteratura romantica ci sono tutti
sono tutti in fila
Credo che sia tutto qui il successo di Twilight
Credo che sia perchè a noi tutti piace vedere e leggere di cose che sappiamo già
che abbiamo già visto. Il ritrovarle ci dà sicurezza e piacere.
E adesso scusate ma New Moon, il secondo episodio, mi sta aspettando.
Se lo comincio adesso per mezzanotte l’avrò finito.
Sempre che non mi portino la quarta serie di Lost, ovvio.
s