Gran Torino

E’ molto difficile dire qualcosa riguardo a Gran Torino, capolavoro assoluto.
Perché Gran Torino, interpretato e diretto da Clint Eastwood, è un film che non si può raccontare, è un film da vedere! (assolutamente!)

E’ un film che parla di vita adulta, di scheletri negli armadi, di superficialità, di periferia, integrazione razziale, odio, diffidenza, amicizia. E’ un film che fa piangere, emozionante e profondo, ma è anche un film molto ironico, che fa ridere a crepapelle.

Ambientato nella periferia urbana americana ci racconta di Walt Kowalski, un antipatico vecchiaccio intollerante che non sopporta nemmeno i suoi familiari. Tutto quello che vuole è starsene sotto il portico con il suo vecchio cane mentre intorno a lui il mondo cambia: nel suo quartiere è uno degli ultimi americani, gli altri sono tutti orientali di etnia Hmong, come i suoi vicini di casa.

Veterano della guerra in Corea, lui li odia quei “musi gialli” e pensa di bastare a sé stesso: anche se anziano sa perfettamente badare ai suoi affari e la sua casa è perfetta, come la sua Gran Torino parcheggiata in garage, una splendida Ford del ’72. Proprio l’auto che il giovane vicino di casa Thao cerca di rubare.

Kowalski è un duro, è un vecchio bastardo che non riesce ad avere nessun rapporto con i suoi figli, eppure, quando entra in contatto con la famiglia di Thao, come le loro problematiche ma anche con le loro tradizioni e il loro calore, smussa gli angoli della sua misantropia.

Gran Torino è un film che con semplicità ci regala una parabola sulla violenza e contro la violenza, che alla fine non è mai la soluzione migliore, anche quando sembra l’unica. E’ un film che fa luce sull’inutilità e la stupidità del bullismo, della violenza, dell’odio razziale. Sul sorpasso dei confini e dei luoghi comuni. Un film che tutti dovrebbero vedere, da proporre nei cineforum delle scuole.

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L’eleganza del riccio

L’eleganza del riccio è uno di quei libri che quando li leggi pensi ma quante ne sa questo autore? (autrice in questo caso). Ma la fase di straniamento dura poco: ci ritroviamo ben presto tra le maglie di una storia semplicissima, eppure estremamente interessante. Non ho mai letto un libro così. Un libro in cui non succede quasi niente. Eppure parla tanto e racconta di libri, musiche, autori, film, in un crescendo denso di cultura, eppure assolutamente fruibile.

L’eleganza del riccio restituisce in maniera semplice e accattivante cose difficili: e così leggiamo di Freud, Kant, Heidegger, Proust, Mozart o di sconosciuti film giapponesi sotto una nuova luce, per niente snob, anzi al contrario, quasi divulgatrice.
Ma non è tutto qui. L’eleganza del riccio parla di due persone molto intelligenti, che però si nascondono. I motivi li scopriremo solo conoscendole più a fondo e sotto la coltre di quotidianità, di gesti ripetuti, di meccanismi assodati sapremo molto sulla luce che sotto sotto brilla in loro e, vogliamo pensarla così, in ognuno di noi.

Un libro contro la superficialità quindi, che costringe il lettore a guardare al di là degli stereotipi e delle norme acquisite. Perché abbiamo tanto da imparare da chiunque, sia esso una portinaia o una bambina di dodici anni.

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x factor

La televisione è come la storia: c’è chi la fa e chi la subisce.
(De André)

io non guardo mai la tele.
non l’ho mai guardata.
credo per via di un retaggio che viene dalla mia educazione scolastica classichina (e un po’ snob) e poi anche per il segno zodiacale (vergine – molto snob)

così ho visto nel freddo elettrodomestico sempre delle grandi perdite di tempo da dare in pasto a chi non doveva avere nessun pensiero. Io il grande fratello, amici, uomini e donne, l’isola dei famosi non li ho mai guardati.
a questo punto della mia vita non è nemmeno più una scelta: non ce la faccio proprio fisicamente. Mi accontento di seguire il mondo televisivo da Blob, di gran lunga più intelligente ed esaustivo.
Il prezzo, che prezzo non è, da pagare è essere un po’ fuori dal mondo. io non so quasi niente dei meta-eventi televisivi o dei personaggi stagionali che affollano la mente e i discorsi di quelli che mi stanno vicini, ma non mi interessa. (sono un po’ autistica, me ne rendo conto sempre di più col passare dell’età)

comunque, tutto questo,
succedeva prima di ieri sera.
ieri sera mentre lavavo i piatti ho sentito una voce intonata cantare una canzone famosa. Una canzone che mai avrei immaginato venisse fuori dalla tv: Somedoby to love dei Jefferson Airplane. stica.
Somedoby to love è una canzone che conosco bene e che ho studiato a lungo, mille anni fa.

Allora ho smesso di lavare i piatti e mi sono messa davanti alla tv.
A mezzanotte ero ancora nela stessa posizione, con ancora i piatti da finire di lavare.
Impressionante.
Sono stata rapita da x factor
e non me ne vergogno neanche.

io x factor non l’avevo mai mai mai visto. mai.
ovviamente mi sono innamorata di Morgan, lui ha ragione su tutto, e dice cose sensate e interessanti, è simpatico ed è uno intelligente, con il senso della realtà. per me.
la simona ventura è capricciosa e schierata ma ha carisma da vendere: tutti gli altri sembrano ospiti a casa sua. eppure è quella che ne sa di meno su tutto.
la mara (mai vista prima di ieri sera) sembra una che non gliene frega niente di niente, però è simpatica e si vede che mastica bene l’argomento.

insomma, format vincente.
ancora di più se togliessero tutta la retorica televisiva dei battibecchi organizzati, ma se non c’è scontro e conflitto non c’è nessuna storia da raccontare, come diceva Propp, e poi di cosa parlerebbero l’indomani?

I ragazzi che ho sentito cantare mi sono piaciuti in generale.
Mi piace che non si spinga sulla tecnica ma sulla costruzione di un’identità artistica.
Poi è un gioco, e se il gioco funzionerà avremo il nuovo personaggio stagionale.
Nel frattempo io sento i Jefferson in tele e mi sembra tutto sommato un alzamento di livello.

Peccato per la fine: hanno fatto entrare uno che sembra matto e che sembra un cantante già visto in qualche sanremo sfigato e che non sembra nemmeno aver tutta sta voce. O forse Morgan doveva dei soldi al suo pusher e hanno fatto pari così, va a capire.

cmq adesso anche io ho un progetto. appena mi rimetto in salute (strascico ancora la malattia: adesso mal di gola e abbassamento di voce) chiamo e faccio il provino. sì sì sì, sono gasatissima: anche io voglio i miei 15 minuti di celebrità.
grazie tv!

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don’t you want somebody to love?
don’t you need somebody to love?
don’t you want somebody to love?
you better find somebody to love

Le conseguenze dell’amore

Ci ho messo un bel po’ per digerire questo film.
Alla fine non lo so se mi è piaciuto.
Magari se lo avessi visto senza febbre l’avrei apprezzato di più.

Insomma, ho visto Le conseguenze dell’amore di Sorrentino.
credo che alla fine
quello che rimane
il tema portante di questo film
sia la fiducia

e insomma c’è questo omino inutile che sopravvive in un albergo un’esistenza monotona e apparentemente priva di senso.
ogni tanto gli arriva una valigia piena di soldi e allora fa il figo con la sua bella macchinona, e va in banca dove costringe i dipendenti a contare a mano le banconote.
perchè?
perchè quando non ci potremo più fidare degli uomini e lasceremo fare il tutto il lavoro alle macchine sarà un giorno molto triste, dice.

in realtà questa scusa gli permetterà di fottersi 100mila euro, quindi lui per primo non è uno molto degno di fiducia.
per il resto passa il tempo seduto a giudicare frivola la vita degli altri, vita che però lui non ha le palle di vivere, sembra.
ma lui di sè dice solo di essere un timido privo di fantasia.
andando avanti nel film alla fine ce la fa a conoscere la bella ragazza di cui è innamorato, ma lui è molto timido, quindi ancor prima di conoscerla le regala una macchina da 100mila euro, cose così.

nel film non succede mai niente tranne negli ultimi 10 minuti dove succede tutto di fretta, il ritmo si triplica.
ha un appuntamento alle tre con la ragazza.
gli fottono la valigia.
la ragazza non arriva.
recupara la valigia.
la ragazza non arriva.
ha avuto un incidente, non arriverà. ma lui non lo sa.
la ragazza non arriva.
questo gli basta per arrendersi.
e fa a cambio con il suo vicino di camera d’albergo: una vita milionaria in cambio di una morte rocambolesca.

insomma, alla fine rimango con questo grande punto di domanda in testa.
se lui si fosse fidato della sua tipa non sarebbe finito male.
ma lui non si è fidato perchè non credeva che una figa così ci stesse davvero con uno come lui.
io credo che sia tutto qui il senso del film: la fiducia in sè e la fiducia negli altri.
che creano propettive e fanno la differenza.

non lo so. magari non l’ho capito.
magari solo per via della febbre.
la colonna sonora comunque mi è piaciuta molto.
anche alcuni piani sequenza. come quelli nel centro commerciale.
e alcune scene sono geniali. come la ripresa da sotto in su di quando si fa la sua pera settimanale.

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ps. ho ancora la febbre. una settimana di 37emmezzo.
vorrei guardare film sugli indiani d’america dove gli indiani d’america sono buoni.
dato che so a memoria Piccolo grande uomo e Balla coi lupi,
avete qualche altro suggerimento?

e dato che non avevo internet

sono stata per un bel po’ senza internet
e dato che non avevo internet ho ascoltata molto la radio.
e quindi ho sentito moltissime volte la canzone di Jovanotti ‘A te’
e volevo dire che
A me Jovanotti mi piaceva di più quando tacchinava le ragazze da sotto la finestra
insomma
basta con queste ballate da film della Disney
che ci siamo incontrati e adesso ci amiamo moltissimo e siamo molto felici
basta
davvero

e dato che non avevo internet ho guardato anche la tv
cosa che non succedeva da tempo
e mi è capitato di vedere una di queste sere quel programma su La7
condotto da quella ragazza giovane bella e intelligente ma dalla voce insopportabile
e parlavano di cose interessanti
sulla crisi finanziaria e la possibile banca rotta di stato (una cosina così, leggera leggera, che potrebbe capitare all’Italia, così come già accadde all’Argentina)
e poi di Alitalia
ahhhh
bello il pezzo su Alitalia (qui un pezzo)
tutti scontenti tranne Castelli
tutti arrabbiati tranne Castelli
insomma
io ci ho goduto proprio a vedere Castelli che è un leghista a dover difendere le trattative e le strategie berlusconiane in materia
e ho pensato anche che
io non farò mai niente di niente nella mia vita
io non cambierò mai nulla in questo mondo con la mia inutile esistenza
ma io almeno
per campare
non dovrò mai fare di mestiere il leccapiedi dei potenti

così
sono andata a dormire felice

e dato che non avevo internet ho guardato un film
Lions for Lambs (che in italiano è Leoni per agnelli e non rende proprio come titolo)
che è un film molto bello
e molto significativo
uno di quei film che quando finisce dici "no! finisce così?"
e dopo un attimo già capisci che non poteva finire in un modo diverso.
che parla dell’america, della guerra, del voler essere e del voler fare
e lo fa senza pesantezza ma con coscienza.
e quindi il film mi è piaciuto.
ma devo cambiare le lenti degli occhiali perchè sono tutte strisciate e quando guardo i film vedo tutti gli strisci controluce e ho dovuto guardare tutto il film con il collo piegato perchè era l’unica posizione da cui non vedevo gli strisci. e nonostante questo il film mi è piaciuto, quindi deve essere parecchio bello.

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La banda Baader Meinhof

e alla fine
alla fine di tutta l’ideologia
rimane solo il vuoto ottuso e dogmatico
rimangono solo i morti ammazzati, vittime innocenti
rimane solo il sapore dell’ingiustizia della violenza
sbagliata sempre e comunque

questo mi viene in mente, dopo ieri sera.
ho visto La banda Baader Meinhof,
il film sul gruppo terrorista attivo nella Germania Ovest degli anni 70

e mi viene in mente anche una cosa che ho letto distrattamente tempo fa sul sito dei Wu Ming

Scegli il campo di battaglia.
Non fare come il Pd. Che, versione trash di Obama, accetta il campo semantico dell’avversario.

Non accettare il campo semantico dell’avversario.
E’ qui la chiave.
I terroristi combattono quella che secondo loro è la nuova faccia del fascismo: l’imperialismo americano sostenuto dalle istituzioni tedesche. Contro la guerra in Vietnam, contro il capitalismo, nell’attesa che il popolo passasse dalla loro parte e si rivoltasse al potere costituito. Dicevano che la guerra di Stato, come quella in Vietnam, è solo terrorismo legittimato, mentre la loro guerra era un’azione politica.
Combattevano la violenza con la violenza
Lo sbaglio è qui.
Sempre.
Non si può accettare il campo semantico dell’avversario.
Tanto più in questo caso, dove la violenza, si sa, non porta mai a niente di buono.

Se avete lo stomaco forte e non fumate, andate a vedere La banda Baader Meinhof
è un film che documenta senza far trapelare troppe interpretazioni.
Lo stomaco forte vi serve per vedere tutti quei morti ammazzati.
E non essere fumatori vi aiuta, perchè fumano in ogni scena, e in 2 ore e mezza vi potrebbe salire la scimmia.

E per noi, generazione delle ideologie all’acqua di rose,
vedere che è esistito chi era pronto a morire per una causa,
dà sempre molto a cui pensare.

E, in questo caso, la mia conclusione è solo una:
se la religione è l’oppio dei popoli
le ideologie estremiste sono la sua eroina

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Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

I numeri primi sono ciò che rimane una volta eliminati tutti gli schemi: penso che i numeri primi siano come la vita. Sono molto logici ma non si riesce mai a scoprirne le regole, anche se si passa tutto il tempo a pensarci su.
(Mark Haddon)

Se avete voglia di una storia delicata, tenera, molto coinvolgente,
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è il libro che dovreste leggere.

E vedrete che presto o tardi, mentre lo leggerete, il bambino autistico che vive dentro di voi comincerà a parlare. Un racconto geniale, che rimane, su cui ci ritorni a pensare anche dopo tanti giorni.

In questo momento in cui non sto vivendo una vita mia, ma mi nutro di libri e film, questa storia riemerge spesso, tra le altre. E sono davvero contenta di averla con me.

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smell like teen spirit

l’adolescente con cui condivido la stanza legge legge legge
ma cosa leggi?
Legge la Saga di Twilight
stica

Se non siete adolescenti forse non avete mai sentito parlare della Saga di Twilight.
io almeno ignoravo chi fosse questa Stephenie Meyer che stava diventando miliardaria scrivendo i libri-manifesto della generazione emo.
Ma ooooooooooooooooooooo se lo verrete a sapere cos’è, potete starne certi.
Hanno già presentato il film, ormai siamo fottuti.

Secondo me quelli che ne hanno fatto recensione (D di Repubblica, LaStampa, Liberazione, Grazia – tutti femminili, ok, ma in America l’hanno promosso anche Usa Today ed è citato tra i New York Time Bestseller) quelli che ne hanno fatto recensione, dicevo, non l’hanno letto.

Io sì.
Io sono in malattia.
E domenica sera non avevo proprio niente di meglio da fare. Cioè
Volevo guardare Report, ma ho aperto quel libro.
E sono stata risucchiata. L’ho dovuto finire.

Ok. Tra Lost e Twilight, ormai è chiaro che sono una persona con una piccola difficoltà a gestire le dipendenze. Ringrazio di non avere mai incontrato l’eroina sulla mia strada, altrimenti adesso sarei sicuramente in qualche posto tipo, boh, San Patrignano, per dire. Sicuro.

Ma il punto qui è che io ieri sera ho letto Twilight e l’ho finito:
Prendete la storia più banale del mondo
Metteteci i protagonisti più banali e standardizzati del mondo
Nessuna sfumatura. Nessuna.
Lei, la ragazza sfigatella ma carina e intelligente in cui tutte le ragazze si possono immedesimare: un po’ impedita, lamentosa, anti-eroina per eccellenza, molto distratta, che inciampa e cade sempre e non è brava in educazione fisica.
Cambia città. Va a vivere col padre nella città più piovosa d’America.
Ha 17 anni e non ha mai avuto un ragazzo. E incontra quello sbagliato.
Lui, il bello della scuola ma un po’ disadattato.
Bello e poco popolare, sta sempre con i suoi numerosi e misteriosi fratelli, tutti adottati da questa strana famiglia. Sono tutti belli e strani e stanno per i fatti loro e non parlano con nessuno a scuola.
Standard.
Si innamora di lei. E non potrebbe.

La prima parte è ben costruita.
E la Meyer sa come coinvolgere.
E’ un libro che si legge da solo. Non richiede il minimo sforzo di concentrazione.
Sapientemente architettato per essere avvincente.

Ma non è di certo un’eccellente prova di letteratura.
Il lessico era più articolato in Harry Potter, per dire.
O forse è la traduzione a non essere un gran che.. non so.
Fatto sta che ricorrono i caratteri principali dei personaggi come fossimo in un poema omerico, e così Achille piè veloce è diventato Edward e il suo sorriso sghembo
(ho già detto che forse la traduzione non è il massimo…sghembo… ci sono migliaia di parole e hanno scelto proprio …sghembo… vabbè)
epiteti a rimarcare caratteristiche, a fissare personaggi,
quasi una cantilena che ne fissa i tratti, per semplificarne il ricordo.

E anche le scelte narrative sono molto poco elaborate:
la conoscenza, l’amore, l’arrivo del cattivo, fuga, ritrovo, happy end.
fine.

E allora cos’è che mi ha tenuto in piedi fino alle 4 ieri notte?
Non lo so.
Mi è piaciuto?
Non lo so.
Leggerò gli altri 3 libri della saga?
Non lo so, non voglio perdere altro tempo.
Ma ho davvero perso tempo?
Sì, sicuramente. Puzzo di adolescente.

Perchè questo libro piace?
perchè racconta la storia di un amore perfetto e impossibile.
perchè è un po’ dark (una storia romantic-soft-dark) (come se esistesse un miele dark, per dire) e parla di vampiri. che è una cosa che ci mette un po’ di brio.
Perchè tutte le ragazze del mondo vorrebbero sentirsi dire le cose che il gentile Lui dice alla sua Lei un po’ sfigatella mentre le salva eroicamente la vita.

I topoi della letteratura romantica ci sono tutti
sono tutti in fila
Credo che sia tutto qui il successo di Twilight
Credo che sia perchè a noi tutti piace vedere e leggere di cose che sappiamo già
che abbiamo già visto. Il ritrovarle ci dà sicurezza e piacere.

E adesso scusate ma New Moon, il secondo episodio, mi sta aspettando.
Se lo comincio adesso per mezzanotte l’avrò finito.
Sempre che non mi portino la quarta serie di Lost, ovvio.

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Tutto per una ragazza e altri pensieri

A volte ti accorgi di stare invecchiando
perchè puoi ricondurre le cose che ti capitano
a qualcosa di già vissuto, di già visto, di già fatto.

Credo che sia lì la fregatura.
Insomma, tutta la faccenda che poi non ci si riesce più ad emozionare per niente e si perde il gusto di fare le cose.
Però ha dei vantaggi questa cosa.
Fare i collegamenti, intendo.

Così.
pensavo.
quando ero piccola ho letto un libro in cui la protagonista era magica,
e poteva diventare piccola piccola piccola.
così tanto piccola che si poteva infilare dentro le orecchie delle persone e sentire i pensieri che facevano

dio,
non so quante volte ho desiderato essere quella ragazza.
diventare così piccola da entrare nella testa di qualcun altro.
sapere e vedere tutto quello che gli altri pensano.
fantastico.

beh, mi posso però consolare.
questa settimana sono entrata nella testa di un adolescente.
un adolescente maschio inglese di 16 anni.
Ho letto Tutto per una ragazza di Hornby.

Leggere Tutto per una ragazza è come vedere la vita da dentro gli occhi di qualcun altro.
è così. semplice, immediato, diretto, pazzoide, come può essere un adolescente
piuttosto maturo, ma pur sempre 16enne.

Dopo averlo letto mi sento come se avessi conosciuto tutti i suoi parenti, i suoi amici e i suoi casini.
E sta sera mi mancheranno, sta sera che ho finito il libro, intendo.
Non so come ci sia riuscito Hornby a farmi calare così tanto nella parte.
Non se se sia stato lo stile diretto, essenziale, la paratassi cool da stream of consciousness.
O forse l’intreccio davvero originale, con i flash future fatti da un punto di vista non più onniscente, ma rimasto nel presente del racconto.
O forse per il racconto in presa diretta, (in diretta talmente tanto che sembra di vedere le riprese di una telecamera a spalla)
Non lo so. Ma mi ha convinto. Mi ha preso. Mi ha coinvolto.
E poi è bello sapere finalmente come ragionano i maschi.

il resto è storia

ognun per se e dio per tutti

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Friday night and the lights are low

niente.
venerdì sera cinema.
sto invecchiando del resto.
ero un po’ triste.
non so perchè.
è un po’ di tempo che alla fine al venerdì sera mi scende sempre un po’ di tristezza.
che non c’è più niente da aspettare,
e non c’è mai niente da fare.

ma non mi lamento, per carità

e quindi sono andata al cinema a vedere Mamma mia!
ci sono andata più che altro perchè sono stata a Londra 6 mesi (nell’ormai lontano 2004)
e per 6 mesi ho visto una tamburellante e continua campagna pubblicitaria.
Mamma mia! sugli autobus
Mamma mia! nei tunnel della metro
Mamma mia! nei 6 x 3
Il musical Mamma mia! a Londra c’è da un sacco di anni e ha avuto un successo planetario ma scommetto che troverete tutto su Wikipedia.

insomma la pubblicità ha una forza retroattiva, mi sa.

finchè ero a Londra ero più povera della piccola fiammiferaia e non mi potevo di certo permettere di spendere 13 pound per vedere un musical.
cioè non mi passava proprio nemmeno per l’anticamera del cervello.
ma poi appena ho sentito che lo davano al cinema, ci volevo andare.
era un bisogno impellente.

beh devo dire che non potevo fare scelta migliore.

cioè, Mamma mia! è stupendo,
è una forza della natura
è allegria allo stato puro
esci che hai voglia di ridere e di andare a ballare
e sei felice
e non sai bene perchè

perchè la trama della storia è alquanto mielosa e improbabile
mentre le ambientazioni sono da sogno
e la musica è semplicemente fantastica
e io è da venerdì sera che canto
You are the dancing queen, young and sweet, only seventeen

Se una sera siete un po’ tristi
andateci a vedere Mamma mia!
perchè uscirete che avrete voglia di cantare e ballare.

Ecco
quando poi vi viene voglia di andare a ballare chiamatemi
perchè ne ho davvero bisogno e nessuno che mi ci porti, grazie

s

Friday night and the lights are low
Looking out for the place to go
Where they play the right music, getting in the swing
You come in to look for a king
Anybody could be that guy
Night is young and the musics high
With a bit of rock music, everything is fine
Youre in the mood for a dance
And when you get the chance…

You are the dancing queen, young and sweet, only seventeen
Dancing queen, feel the beat from the tambourine
You can dance, you can jive, having the time of your life
See that girl, watch that scene, dig in the dancing queen