Lie to me

ammetto di non avere una preparazione approfondita in materia
dato che i serial che ho seguito nella mia vita si contano sulle dita di una mano
– Lost
– Senza Traccia
– qualche puntata di Criminal Minds
– un paio di serie del Dottor House
– la prima serie di Desperate Housewives
– e vogliamo dimenticare il mitico Squadra Speciale Cobra 11?

ma dal basso della mia pochissima esperienza in materia
io dico che Lie to me spacca il culo a tutte le serie fatte finora

parla di uno che riconosce se una persona sta mentendo dal linguaggio del corpo
e dalle microespressioni facciali che rivelano se stai dicendo la verità o no.

battuta numero uno delle prime 2 puntate viste ieri sera:
– pensa che sia un bugiardo solo perché è un politico?
– lui pensa che sia un bugiardo solo perché è un homo sapiens.

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ps. aggiunto in seguito
Internet è piena di geni:

Superman

no ma, voi l'avete mai visto il nuovo Superman?
è terribile, il nuovo Superman
(nuovo.. sarà uscito nel 2006 ma io l'ho visto poco tempo fa)
e quel ciuffo incollato alla fronte che fa tanto anni '50 è il meno, guarda

insomma viene fuori che Superman è stato via per 5 anni
e quando torna la sua ex, Lois (quella che cadeva sempre dai grattacieli poveraccia)
è sposata e c'ha un figlio.

il marito della Lois è bello, bravo, simpatico.
il figlio è bello bravo e intelligente
e lei sta vincendo il Pulitzer grazie all'articolo "Perchè il mondo non ha bisogno di Superman" (tiè)
Insomma, tutto rose e fiori

Poi il coglione torna.
lei va sul terrazzo a fumarsi una sigaretta e arriva lui
che crea tutta quell'atmosfera magica del cazzo e la porta a volare sui tetti
e lei gli dà anche un bacio sentendosi una merda
povera Lois

nel frattempo Superman salva il mondo ma stava quasi per rimetterci le penne
e indovina chi lo va a salvare? il marito della Lois, con la Lois e il figlio
che poi si scopre che è il figlio di Superman

insomma, poveraccio il marito della Lois, tanto bello e bravo e con la moglie che ama un altro, (poveraccia anche lei che non può più manco fumarsi una sigaretta che ogni volta arriva lui), poveraccio il figlio che dovrà superare il trauma di scoprire di avere un padre diverso da quello che credeva. poveracci tutti.

alla fine Superman come supereroe è il peggiore se ci pensi

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Agorà

ieri sera ho visto questo bellissimo film di Amenàbar.
ambiantato ad Alessandria d’Egitto nel IV sec d.c.
quando l’impero romano stava scoppiando
e una nuova religione si affermava sulla vecchia
e sul vecchio mondo

racconta la storia di Ipazia,
una studiosa, scienziata, astronoma
una donna che probabilmente mille e trecento anni prima di Keplero aveva capito
che era la terra a girare intorno al sole seguendo un moto rotatorio ellittico

naturalmente lei e i suoi studi fanno una brutta fine.
perchè il nuovo mondo si impone con forza e presunzione sul vecchio
com’è sempre stato
senza rispetto per la conoscenza precedente
con la presunzione di avere tutte le verità in mano
e l’ottusità di non sapere ascoltare, nè dialogare, con chi la pensa in modo diverso

ho pensato molte cose mentre vedevo questo film:

1. il mondo è sempre andato un po’ al contrario, non solo adesso
(Cirillo d’Alessandria è stato proclamato santo e dottore della chiesa, mentre del sapere di Ipazia abbiamo perso  tutto)

2. la povera gente si beve di tutto

3. la forza del branco è prorompente

4. ci sono state molte occasioni perchè il mondo fosse un po’ migliore. Gli uomini le hanno miracolosamente sprecate quasi tutte

5. Agorà è davvero un bellissimo film

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buzz

non dirò niente sul nome
(che mi sta simpatico perchè mi ricorda "la bazzica" che è un bellissimo gioco a carte)

nè sul fatto che buzz si è auto-installato
e ha cominciato a seguire della gente a caso tra i miei contatti
che io non avevo detto di voler seguire:
"Stai già seguendo tizio,
vuoi seguire anche caio?"

Poi è successo un casino che tipo
la metà della gente che mi segue io non la conosco
nè so da dove venga
e io ho scritto che non li seguivo e li cancellavo e li bloccavo (ma non si può in effetti)
e che buzz li avrebbe messi nel mondo dei cattivi (infatti li sottolineava di rosso)
e uno ha scritto "seguiamo tutti la dea simo!" quindi da quel momento poi
gli sconosciuti sono aumentati
e alla fine è stato anche divertente, dai.

tutto questo è successo il primo giorno
dove ho cercato di capire a cosa mi servisse un profilo di google
come si editasse
come si creasse un profilo privato
cosa succedeva e quali potessero essere le conseguenze
di questo nuovo pezzettino di privacy che se ne va.

perchè buzz è peggio di facebook
facebook almeno non si auto-installava
e gli amici te li andavi proprio a cercare
non è che li seguivi già dall’inizio.

buzz distrugge la sacralità della mail
come luogo personale e privato
in cui rinunciare allo spam e alle perdite di tempo
che sempre di più affligono la nostra vita digitale

buzz è integrato alle mail:
il regno del faceto e del cazzeggio sta prendendo il sopravvento su tutto
anche sulla posta
che era l’ultimo spazio serio che ci era rimasto
per dire

e non voglio nemmeno dire che
se per usare facebook ci vuole una coscienza immacolata
per usare buzz devi essere appena battezzato praticamente
che qualunque cosa diviene in un attimo alla mercè di tutti
anche di quelli che nemmeno ti seguono che se vogliono ti vedono lo stesso

No, non voglio dire tutte queste cose, non voglio farla tragica,
perchè siamo solo all’inizio
e all’inizio io ho sbambocciato molto anche Facebook e lo chiamavo feisbuc
e invece adesso è un piccolo rifugio,
anzi di più, per me è diventato uno stimolo per avventurarsi in nuovi e brillanti progetti

quindi vedremo come va con buzz prima di denigrarlo.
Mi ero data due giorni di tempo
se entro due giorni non mi avesse convinto l’avrei disinstallato.
ma il fatto più sorprendente
è successo subito dopo il primo giorno

e il fatto più sorprendente
è che non succede assolutamente più niente su buzz

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Altai

ho letto Altai, l’ultimo libro dei Wu Ming, i miei preferiti.
Più che letto, divorato.
E’ un libro ambientato 15 anni dopo l’epilogo di Q, il libro dei libri per me.
Il libro dopo il quale posso finalmente rispondere alla difficilissima domanda
"qual’è il tuo libro preferito?" "Q" (tra l’altro, recensito inutilmente tempo fa qui)

Altai è un libro forse più facile da leggere, meno intricato, con il quale da subito si entra in simbiosi.
racconta la storia di un uomo, di un sogno,
di un piano molto ambizioso: quello di dare una terra promessa agli ebrei, ai rinnegati, agli esuli.
una terra dominata dalla giustizia, in un mondo regolato invece dalla tirannide.

E la vicenda è narrata attraverso gli occhi di un personaggio che nell’affresco della Storia è una figura sullo sfondo, al solito. Un uomo, che si è perso, si è ritrovato e poi si è riperso.
Uno 007 della Repubblica di Venezia, quando la lingua franca dell’europa era l’italiano, pensa te.

E poi, tra le pieghe del caso riemerge la figura di un vecchio, con al collo la moneta del regno dei folli.
e l’incontro è emozionante, come rivedere un vecchio amore di cui si sono perse le tracce da tempo, come stringere di nuovo la mano di un vecchio amico che si è trasferito lontano da casa: il personaggio che avevamo amato tanto in Q.

Altai in questo è prodigioso. Nella ricostruzione, così precisa, del tempo e dello spazio di un’epoca tanto lontana.
Nella narrazione vivida, sapientemente costruita per far appassionare a vicende e punti di vista lontani dal nostro modo di concepire la Storia, sempre così Eurocentrica. Un libro da leggere. Se non altro per vedere quanto facile sia considerare buoni i cattivi e cattivi i buoni, forti i deboli e i deboli forti, stupidi i furbi e troppo furbi gli stupidi.
Basta una notte passata in cella e un lancio di dadi per cambiare prospettiva su ciò che è bene, e ciò che è male, su chi è amico, e su chi si è davvero.

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Ho scoperto che Dumas era un gran simpaticone

E insomma chi non ha sentito il nome, visto e rivisto i film tratti dalle sue molte opere?
Alexandre Dumas (la cui vita è avventurosa almeno quanto i suoi romanzi) fa parte del sapere condiviso.
tutti sanno la storia de I Tre Moschettieri e quella del Conte di Montecristo.
Ecco io ho letto i Tre Moschettieri.

Ho cominciato le 700 pagine senza preconcetti, senza aspettative, così
per curiosità
oh ma Dumas era proprio super simpatico!

Scrittura leggera ma elegante,
ambientazioni cinematografiche (perchè le cose, le persone e gli ambienti li vedi proprio),
dialoghi brillanti, storie fantasiose,
di armi, di cavalleri, di dame
come la miglior tradizione d’amor e di spada vuole,
di intrighi, sotterfugi e astuzie
che ti tengono compagnia e adesso che l’ho finito non vedo l’ora di leggere Vent’anni dopo che è il continuo e saranno altre 700 pagine di lettura spassosissima.

E chi l’avrebbe mai detto che Dumas mi avrebbe stragasato così?
con i suoi personaggi genuini?
figli di un’umanità variegata e vera
come D’Artagnan, il ragazzo onesto e pieno della buona volontà figlia dell’inesperienza
o Athos, il più grande, saggio, cinico, disilluso, ma anche leader intelligente e pragmatico alla bisogna
o Aramis, raffinato sognatore che mira sempre ad altro rispetto a ciò che ha (quanti ne conosco così??)
o il simpatico Portos, magari un po’ stupido, ma genuino e vero,
in un tempo in cui la parola data valeva più di ogni altra cosa
e si viveva e si moriva per una battuta di troppo
e si era pronti a dare la vita per gli amici "Tutti per uno, uno per tutti"

E tra e pieghe della finzione, gli aspetti antropologici (i più interessanti al solito) mi colpiscono sempre.
A vedere come si era poveri, come la maggior parte della gente non avesse nulla,
come la divisione tra caste era insormontabile,
come poteva (credo veramente) valere qualcosa
una parola data
una promessa fatta.
era una garanzia d’onore
e perdere l’onore era perdere tutto
perchè altro non si possedeva.

E’ stato bello, grazie Dumas.
Mi fai voglia di leggere tutti i classici che ancora mi mancano.
E tra le massimevitali mi salvo questa, perfetta, detta dal caro Athos

"In generale, si chiedono consigli solo per non seguirli o, se si seguono, è per avere qualcuno da rimproverare per averli dati."

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Milano è di tutti

e allora la domanda che mi girava in testa sabato sera era
dipende tutto da cosa cerchi

vuoi un’esperienza?
vuoi musica, parole, bravi artisti, regia eccellente e magari anche un pensierino su quanto sta succedendo oggi nel mondo? giusto per non dimenticarti del mondo, che ogni tanto ti sfugge.

e allora il posto giusto è andare a un concerto dei Massive Attack
che io già due anni fa li avevo visti a Ravenna
e se vuoi mi erano piaciuti anche di più
ma anche questa volta sono partita con la loro astronave

luci, suoni, colori, laser ipnotici e cantanti bravi dalla bellezza disarmante
e tutte le parole in italiano con accenni ai fatti di cronaca italiani, che scorrevano sullo sfondo.
e oggi se vuoi pensare un po’ devi andare anche a un concerto.

poi fuori di lì c’era Milano
e Milano è stata inclemente per via della pioggia fredda
e poi ci siamo rifugiati in un posto (Rocket?) in cui suonava in dj di Los Angeles di cui tutte le mie amiche si sono innamorate e poi domenica ho mangiato il risotto con gli ossi buchi della mamma di fra e abbiamo visto il Duomo senza impalcature dei restauri che era la prima volta che lo vedevo così e io mi sono sentita molto a casa e io penso che Milano un po’ è di tutti, ecco.

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vasco vasco vasco

e insomma
una volta dopo 20 anni che viene vasco a pesaro, io non ci vado?
dai ci vado.
posto parterre, arrivo tardi tardi, fa caldo, tutti fumano, il ragazzino di fianco a me si spoglia e si fa la doccia con la birra. cominciamo bene.

"ehhhhhhhhhhhhhhhhhh pesaro pesaro, quanti ricordi!"
entra la rock star
ma questa volta è più piccolo, più vicino, più umano.
l’avevo visto vasco in concerto all’olimpico a roma un paio di anni fa e lì sembrava un dio.
e invece sta sera quasi lo puoi toccare, quasi lo puoi guardare negli occhi
e poi vedi bene quello che succede sul palco
e l’acustica non è poi così male
e il palco è molto figo con tutte le cose che scendono salgono e si illuminano e i giochi di luce come sfondo.

è un vasco lucido quello che calca la scena stasera
lucido come non l’ho mai visto,
e dice che sta sera si diverte,
e il suo popolo canta tutte le canzoni
anche quella che lui presenta come essere
"la prima canzone del primo album che ho fatto"

e segue un viaggio nella storia dei suoi pezzi
tra le classiche, le vecchie e non ne sbaglia una che sia una
e poi Gli Angeli dedicata a Maurizio un suo amico morto nel ’94
e poi quando penso "adesso vorrei sentire Delusa" lui attacca con "Sei tu che quando balli così",.
e insomma non ci si può non gasare.

e poi vasco solo sul palco che suona la sua chitarra
che dice "adesso vi faccio vedere come nascono le mie canzoni"
e attacca Sally
e la gente diventa matta, e tutto è bello, e poi la solita dedica a Massimo Riva "che è sempre con noi"

e lui scende quasi tra la gente che gli stringe la mano e c’è più contatto e sembra quasi uno di noi.
vasco è uno di noi.

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Il Cammino di Santiago

quest’estate ho fatto il cammino di Santiago.
ci sono due modi per fare il cammino di santiago:
1) serio
2) come l’abbiamo fatto noi

Il cammino di santiago è un antico pellegrinaggio che viene compiuto fin dal medioevo.
sulla sua rotta e sulle sue tappe si sono formati città, paesi e tradizioni.
ma scommetto che qui raccontano tutto quello che occorre sapere a riguardo.

Attirati dall’avventura di un viaggio totalmente on the road zaino in spalla,
estremamente economico, interessante dal punto di vista storico-culturale, e perchè no? anche da quello spirituale, ci mettiamo in marcia pure noi.
eravamo in 4.
gli unici italiani senza uno straccio di guida turistica.

Il fatto è che tu prendi e parti un po’ in maniera incosciente e non sai quello che ti aspetta e infatti alla fine della prima giornata è proprio un casino perchè dopo i primi 20 chilometri tu non riesci più nemmeno a sollevare i piedi da terra e inciampi praticamente dappertutto e dici che daresti un braccio per una doccia calda ma arrivi al primo ostello e scopri che le docce sono solo fredde. questa è una cosa che sgasa moltissimo. e, parentesi nella parentesi, cominci a chiederti come ti è passato per la testa di torturarti così durante le tue uniche due settimane di ferie estive.

i primi due giorni sono così.
ti fa male tutto. ma tutto. anche parti del corpo di cui ignoravi l’esistenza.
ma poi carichi lo zaino in spalla e riparti.

il terzo giorno non senti più niente.
vai da dio. potresti arrivare in capo al mondo. e ti chiedi quand’è che ti hanno sciolto la morfina nella colazione e tutti ti rispondono che se avevano un po’ di morfina non te la davano mica a te.

e allora perchè non arriviamo in capo al mondo?
Lo decidiamo il terzo giorno. Noi si arriva a Finisterre, alla fine della terra.

Cmq di posti fighi in cui camminare ce ne sono nel mondo.
perchè andare proprio lì, se non lo fai per motivi religiosi?
Non può essere solo perchè la birra media costa un euro. Come spiegazione gasa ma non basta.
Lo si fa lì, il cammino della vita, perchè è lì che incontri gli altri.
La condivisione negli ostelli, il mettere tutto in comune e cenare assieme, il conoscere gente da tutta europa: tedesche che dopo 900 km non hanno nemmeno una vescica, catalani che passano le serate a fumare, italiani,un sacco di italiani. Tutti simpatici, tutti che ti raccontano la loro storia.

alla fine capisco che il cammino si dovrebbe fare da soli.
perchè da solo ti misuri con il tuo corpo, con i tuoi limiti,
li superi senza nemmeno sapere come.
perchè da solo ti conosci di più, e conosci più facilmente anche quelli che capitano sulla tua strada.
La strada. Ci vuole un giorno per fare 30 chilometri a piedi. Io ne macino 80 ogni volta che vado e torno dal lavoro. Camminare sulla strada ti restituisce un modo più genuino? naturale? meno artificioso? di vivere.
La strada, la campagna, la natura. L’aria pulita. Le colazioni fatte all’alba e le birre bevute davanti al tramonto.

Non ci sono molte cose da dire.
Solo che noi abbiamo fatto il cammino del Nord
che passa sulle coste dell’Asturia per poi scendere nel mezzo della verde Galizia (dove per un pasto è impossibile spendere più di 8 euro) Mano a mano che ci si avvicina a Santiago gli ostelli diventano più belli ed accoglienti. In ogni caso non costano mai più di 3€ quando non sono gratis (!!!)

Un giorno stavamo camminando tra Puerto de Vega e Navia. Il sentiero costiero era meraviglioso e davanti a noi il mare Cantabrico era quanto di più bello e maestoso. Solo che a un certo punto faceva troppo caldo e allora tutto quello che volevo era fare un bagno al mare e cominciavo a pensare che io darei un miglione adesso per fare un bagno al mare e
giriamo l’angolo e davanti a noi una spiaggia paradisiaca (la Playa de Frexulfe mi pare)
abbandoniamo gli zaini con tutto dentro e ci buttiamo in un’acqua gelida

e insomma
il cammino è un po’ come la vita
basta pensare una cosa, desiderarla, che forse il desiderio si avvera.

non ho avuto l’illuminazione e, una vlta a Santiago, non mi sono sentita arrivata da nessuna parte (la gente a volte piange davanti alla chiesa, per dire). Solo quando eravamo alla Fine della terra un po’ mi sono sentita arrivata da qualche parte perchè capisci che più in là non si va. E questo da soddisfazione in qualche modo.

Cmq
la scoperta delle scoperte è
che quando pensate di non farcela più
quando non vi reggono più le gambe
quando vi sentite stanchi come non mai nella vostra vita
bevete una birra.
una birra fa miracoli in certi momenti.
un medico sul cammino mi spiegava che era per via dei sali minerali che una birra contiene in abbondanza. io non lo so.
cmq aiuta.

Il pezzo più bello in assoluto è quello da Muxia a Finisterre, un sentiero tra la costa oceanica e la campagna  e in mezzo c’era anche un guado da fare e insomma,
a parte la gente che russa negli ostelli per il resto sembra di stare in mezzo al paradiso

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XX Years

ore 22.30 – in fila davanti al Cocoricò. sono qui per il concerto dei Chemical Brothers. Come quasi mezza italia a giudicare dalla fila
ore 23.30 – siamo dentro, abbiamo già fatto un giro, sono già stragasata: si comincia a ballare
ore 00.30 – ma quando minchia arrivano i fratelli chimici?
ore 01:30 – arrivano i fratelli chimici
ore 02:30 – la gente è arrimpicata anche sui muri. sono consapevole di essere nel posto migliore: terrazzino a destra del palco, davanti a me solo la ringhiera e ogni tanto accendono anche il ventilatore. sì, praticamente siamo dentro alle casse, ma da qui vedo tutto e incontro un sacco di gente. mi stragaso.
ore 03:30 – potrei uccidere per una bottiglietta d’acqua
ore 04:00 – penso a tutte le techiche per poter uccidere quelli che intorno a me bevono una bottiglietta d’acqua
ore 04:30 – i fratelli chimici suonano ancora e noi continuiamo a ballare ballare ballare, mi è persino passata la sete. mi sento al centro del mondo. potrei essere a Berlino, a Londra, ad Amsterdam. I fratelli chimici sono come dei sacerdoti che guidano questo rituale sociale e sono sacerdoti di tutto rispetto. giocano sempre sull’attesa e sull’aspettativa. non ci fanno sentire le canzoni famose, le mixano, ci giocano, stravolgono tutto, fanno calre il ritmo e poi ricominciano a pompare. la gente si esalta, e salta, salta, salta. per ore.
ore 05:30 – andiamo a casa. tutto ha un limite e noi non abbiamo preso nessuna droga per poter resistere all’infinito. puzziamo di fumo da far vomitare, ma a parte questo siamo tutti molti esaltati.
mi rendo conto che in tutte queste ore ho parlato pochissimo e ho pensato moltissimo. a questa musica ossessiva, post moderna, industriale, che puzza di cemento e di pioggia, ma che sa anche esaltare ed è fatta apposta per far muovere il corpo. persino i tamburi che i nostri antenati suonavano dentro le caverne erano più armonici. questo suono è secco, è un suono di fabbrica, è un suono grigio che sa di città. io non so se può piacere o non piacere. il fatto è che quando sei lì balli e balli e ti diverti. in fondo sei solo in quel momento, ma se non ci fosse così tanta gente non sarebbe altrettanto bello: il concetto di postmodernismo messo in pratica. ecco perchè credo che questa sia la miglior colonna sonora di questi anni: non può piacerti o non piacerti. ti fa essere semplicemente al centro del mondo.

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